lunedì 17 maggio 2010

IL MOVIMENTO PER L'INFANZIA IN SUPPORTO AI PARENTI DELLA GIOVANE MAMMA DECEDUTA NEL DICEMBRE SCORSO

"Appresa la mobilitazione da parte dei parenti di Cosimina De Tommanso per conoscere la verità circa le reali motivazioni che portarono alla morte della sfortunata mamma, il Movimento per l'Infanzia della Regione Puglia, intendendo tutelare i diritti della piccolissima figlia, ha aderito completamente all'iniziativa posta in essere mettendo a disposizione completamente la strutta organizzativa, i legali e gli esperti".

Roberto Schifone
responsabile regionale del movimento per l'infanzia

ARTICOLO GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14 MAGGIO 2010

I genitori di Cosimina De Tommaso - Salvatore ed Elisa De Michele-Calò - temono che la loro figlia non sia morta per cause naturali, così come «refertato» ed ipotizzano qualcosa di più che non possono accertare sicuramente se non con un’autopsia mai eseguita sul cadavere di questa povera ragazza morta ad appena ventiquattro anni nella sua abitazione di Palagiano, dove viveva con il marito e la figlioletta nata pochi mesi prima.

I due genitori si sono affidati ad un legale presentando una dettagliata denuncia alla caserma dei carabinieri di Palagiano con la quale chiedono «l’im - mediata riesumazione della salma affinche possa essere sottoposta ad esame autoptico onde risalire alla causa del decesso ed alla verità dei fatti».

Hanno anche annunciato l’eventuale costituzione di par te civile attraverso l’avvocato Assuntina Bruno.

La legale ha presentato in caserma il certificato di morte della giovane donna, morta il 9 novembre scorso, rilasciato dall’Asl.

«Precisiamo - scrivono i genitori nella denuncia - che abbiamo saputo della morte di nostra figlia almeno tre ore dopo il decesso e abbiamo presentato denuncia perché assillati da tanti dubbi. Cosimina non soffriva di alcuna patologia particolare e prova ne sia la cartella clinica dell’ospedale di Francavilla dove sedici mesi prima di morire ha partorito con un cesario la nostra nipotina». Allo stato non vi è alcun elemento che confermi i loro sospetti, ed è per questo che viene chiesta un’inda gine.-«Nostra figlia - scrivono ancora i genitori - veniva percossa dal marito, tanto ci è stato riferito dai vicini di casa e abbiamo constatato anche noi quando si trovavano ad Oria. Negli ultimissimi giorni di vita, Cosimina durante alcuni colloqui telefonici ci aveva informati che da tre giorni aveva emorragie e ci prometteva che si sarebbe sottoposta a cure e controlli ma non lo ha mai fatto e non appena rincasava il marito interrompeva immediatamente la telefonata».

«Noi ci chiediamo - scrivono nell’esposto i genitori - come mai il marito non l’ha portata in ospedale o da un medico? La notte in cui è morta quando siamo arrivati a Palagiano era già vestita e sistemata nella bara e non ci hanno permesso neanche di abbracciarla. Nostra figlia era irriconoscibile, faceva impressione, era gonfia ed aveva la fronte annerita. Abbiamo chiesto cosa fosse successo e il marito ci ha risposto che al momento del decesso nostra figlia era in bagno, poi è stato detto che era in un lago di sangue vicino alla culla della bimba. Ci ha riferito che era intervenuto il 118 che aveva constatato un infarto, ma nostra figlia non ha mai sofferto di problemi cardiaci e godeva di ottima salute».

Insomma, questi due disperati genitori - insieme con le sorelle di Cosimina - chiedono la verità.

Non è escluso che del caso si occupi anche l’associazione che tutela i diritti dell’inf anzia, che ha già garantito assistenza legale alla famiglia che non naviga certo nell’oro.

Alcuni amici di famiglia e della stessa Cosimina, sono da tempo impegnati in una raccolta di fondi per cercare di aiutare questa famiglia in forte difficoltà che spera di conoscere come siano effettivamente andate le cose in quella casa di Palagiano per questa giovanissima mamma di Oria morta a soli ventiquattro anni «per cause naturali» secondo il referto medico stilato senza quelli che - secondo i genitori - dovevano essere gli accertamenti necessari per escludere altre, angoscianti, ipotesi.

In alcuni bar di Oria si trova addirittura un contenitore per raccolta di soldi a favore di questo caso che ha destato commozione nella comunità oritana che conosceva bene Cosimina che si era trasferita da tempo nel paese del Tarantino di cui è originario il marito.

venerdì 7 maggio 2010

BRINDISI: pedofilia on-line, perquisizioni in 17 città

BRINDISI | La polizia postale, su disposizione della Procura di Catania, ha eseguito perquisizioni in 17 città. L'inchiesta riguarda la divulgazione di materiale pedo-pornografico su Internet. Brindisi è tra le varie città in cui sono state operate le perquisizioni domiciliari. I video sarebbero stati girati in Italia; accertamenti sono in corso per risalire ai luoghi della produzione dei filmati per identificare le vittime. 18 le persone indagate. Tra le città coinvolte: Alessandria, Ancona, Bologna, Brescia, Brindisi, Cremona, Cuneo, Lecco, Macerata, Milano, Napoli, L'Aquila, Reggio di Calabria, Crotone, Rimini, Udine e Vercelli.

NAPOLITANO: "LA TUTELA DELL'INFANZIA E' UN IMPERATIVO ETICO

"La salvaguardia dell'infanzia costituisce un principio Assoluto non solo nel sistema giuridico, ma anche nella sensibilità comune che respinge gli esecrabili episodi che violano e ledono l'età dell'innocenza, così come ogni forma di indifferenza e di rimozione di fronte a condizioni estreme di povertà e di malnutrizione che provocano ai minori sofferenze intollerabili e danni alla salute spesso irreversibili". "Purtroppo - prosegue il capo dello Stato -, si deve constatare che appare ancora lontana la piena osservanza di questi principi che hanno faticosamente superato, grazie all'apporto di più moderni indirizzi pedagogici, antichi modelli di organizzazione sociale insensibili alle peculiari esigenze dei bambini".

martedì 20 aprile 2010

INCHIESTA CHOC: VENDE AI PEDOFILI I FIGLIOLETTI

Scritto da Gianfranco Lattante
Martedì 20 Aprile 2010 13:32
Questa è una storia di orchi. Non quelli delle favole, ma quelli che abitano nella casa della porta accanto. Quelli che i bambini non li mangiano, ma li violentano. La storia è scritta nelle pagine di un'inchiesta della Procura. Una storia che – arriva da un paese del magliese e che se dovesse essere confermata – racconta di una mamma che si sarebbe prostituita sotto gli occhi dei figli (lei di 8 anni, e lui di 6) e che li avrebbe costretti subire rapporti sessuali con i suoi stessi clienti. La donna (è questa l'ipotesi sulla quale indaga il sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo) avrebbe portato i figli nelle abitazioni degli uomini, uno di 51 anni, e un altro di 19 anni, coinvolgendoli nelle sue prestazioni sessuali. I reati ipotizzati non è soltanto la pedofilia. Nei confronti della madre snaturata c'è anche l'ipotesi di maltrattamenti perché picchiava la bambina, rinchiudendola a chiave in una stanza. Ora l'indagine è giunta in una fase cruciale. E il magistrato ha chiesto un incidente probatorio per raccogliere le dichiarazioni dei due bambini che già sono stati sentiti dal giudice minorile e sono ospiti di una comunità protetta. E tanto anche al fine di accertare, con una perizia psicologico-psichiatrica, l'attendibilità e la capacità dei due bambini. Per loro è stato nominato quale curatore speciale l'avvocato Tiziana Petrachi. I tre indagati, la mamma e i due suoi clienti, sono difesi dagli avvocati Rita Perchiazzi, Umberto Leo, Mario Fazzini.

giovedì 28 gennaio 2010

ARRESTATA MANUELA ANTONELLI

E' stata arrestata Manuela Antonelli, mamma di Leone il bambino di otto anni conteso tra la donna, italiana, e il padre statunitense. Manuela aveva sottratto il figlio ad una casa famiglia in cui, il giudice, aveva "spedito" il grande Leone. Il piccolo ha subito violenze continue da parte del padre. E questa me la chiamate giustizia??? Povera Infanzia, povero Leone che da oggi continuerà a soffrire per l'assenza della madre, assenza totalmente "ingistificata". Giustizia dalla parte dei bambini? Solo utopia!!! Leviamo ancora più forte la nostra voce, facciamo sentire che un popolo lotta ogni giorno per essere "dalla parte dei bambini". Roberto Schifone, resp. Movimento per l'Infanzia Puglia, Pres. Oratorio S.I.N.G.

lunedì 18 gennaio 2010

Camera, ddl contro pedofilia, nuovi reati e inasprimento pene: pedofilia culturale e interdizione a vita per insegnanti

Minori. Camera, ddl contro pedofilia: ecco i nuovi reati

Roma, 18 gen. - Parte nell'aula della Camera il dibattito sul ddl di ratifica della Convenzione di Lanzarote, primo strumento internazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. Il provvedimento da' esecuzione alla convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, e stabilisce norme di adeguamento dell'ordinamento interno introducendo delle novita' nel codice penale, come i nuovi reati di pedofilia e pedopornografia culturale o l'adescamento via internet. Il disegno di legge rende poi piu' severe le pene per gli abusi sui minori. Ecco cosa contiene il testo, nove articoli in tutto, licenziato giovedi' scorso dalla commissioni riunite Giustizia e Affari esteri e che ora attende il via libera dell'aula.

PEDOFILIA E PEDOPORNOGRAFIA CULTURALE. Il nuovo articolo 414-bis (pedofilia e pedopornografia culturale) punisce con la reclusione da tre a cinque anni chiunque, con qualsiasi mezzo, anche telematico, e con qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere reati di prostituzione minorile, di pornografia minorile e detenzione di materiale pedo-pornografico, di violenza sessuale nei confronti di bambini e di corruzione. Alla stessa pena soggiace anche chi pubblicamente fa l'apologia di questi delitti. ADESCAMENTO DI MINORENNI VIA INTERNET. E' un'altra novita'. Il delitto di adescamento di minorenni viene sanzionato con la reclusione da uno a tre anni. Per adescamento si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione.

AUTORITA' NAZIONALE. L'Italia designa il ministero dell'Interno come autorita' nazionale responsabile al fine della registrazione e conservazione dei dati nazionali sui condannati per reati sessuali.

PROSTITUZIONE MINORILE. È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000 chiunque: recluta o induce alla prostituzione una persona di eta' inferiore agli anni diciotto; favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di eta' inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti ne trae profitto. Chiunque compie atti sessuali con un miore fra i 14 e i 18 anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilita', anche solo promessi, e' punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da euro 1.500 a euro 6.000. Se il minore non ha ancora compiuto i 16 anni, la pena e' aumentata da un terzo alla meta'. In caso di prostituzione minorile sara' escluso il patteggiamento.

ATTENUANTI PER CHI COLLABORA CON POLIZIA. La pena e' diminuita da un terzo fino alla meta' nei confronti di chi, pur avendo concorso al reato, si adopera per evitare che l'attivita' delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, o se aiuta concretamente l'autorita' di polizia o l'autorita' giudiziaria nella raccolta di prove decisive per l'individuazione o la cattura degli altri colpevoli.

INSEGNANTI INTERDETTI A VITA E ALTRE PENE ACCESSORIE. La condanna o l'applicazione della pena su richiesta delle parti comporta in ogni caso l'interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonche' da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori. Le altre pene accessorie sono le seguenti: interdizione per cinque anni dai pubblici uffici; perdita della potesta' genitoriale; interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla cura o all'amministrazione di sostegno; perdita del diritto agli alimenti e l'esclusione dalla successione della persona offesa.

AGGRAVANTI PER PARENTI, CONVIVENTI, EDUCATORI, INSEGNANTI: Sono previste per chi compie atti sessuali con minori verso i quali ha una posizione di autorita' o influenza. Il testo cosi' recita: l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, o altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore e' affidato, o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di convivenza che, con l'abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici, e' punito con la reclusione da tre a sei anni. La stessa pena e' inflitta a chiunque fa assistere un minore di 14 anni al compimento di atti sessuali, o se mostra allo stesso materiale pornografico al fine di indurlo a compiere o a subire atti sessuali. Anche in questo caso la pena e' aumentata fino alla meta' quando il colpevole approfitti della sua posizione di influenza o autorita' sul minore.

TESTIMONIANZE MINORI ANCHE FUORI DA AULE TRIBUNALI. In caso di incidente probatorio per le indagini su prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale pedopornografico, turismo sessuale, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, atti sessuali con minori, l'assunzione della testimonianza di un minore di 16 anni puo' avvenire anche al di fuori delle aule del tribunale. Sara' il giudice a stabilisce il luogo, il tempo e le modalita' particolari attraverso cui procedere all'incidente probatorio. A tale fine l'udienza puo' svolgersi o presso strutture specializzate di assistenza o, in mancanza, presso l'abitazione dello stesso minore.

GRATUITO PATROCINIO. Le vittime di abusi possono essere ammessi al patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito.

«Le analisi metteranno a nudo le responsabilità»

FONTE, GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO.
• Il risultato dei vetrini, le indagini che sono state affidate al laboratorio di analisi del Policlinico di Bari, si potrebbe conoscere la prossima settimana. Gli esiti saranno quindi confrontati con la documentazione contenuta nelle cartelle cliniche sequestrate. Ma i danni rilevati nel corso dell’au - topsia al cervello, ai reni e al fegato del piccolo di S. Pancrazio Salentino sarebbero compatibili con lo stato generale e il virus H1N1. È quanto sostiene l’avv. Gianluca Schifone il quale è dell’avviso che sia ancora tutta da discutere la causa della morte del bambino di due anni, avvenuta il 1 dicembre scorso, e dunque, le responsabilità. «I genitori sono stati sentiti dai carabinieri su disposizione del pm del Tribunale di Brindisi Silvia Nastasia - afferma il legale della famiglia -. Hanno confermato tutti gli elementi riferiti nella denuncia, utili al prosieguo delle indagini. In modo particolare le telefonate alla pediatra che non ha voluto recarsi eseguire la visita a domicilio sebbene il bambino fosse febbricitante». Il piccolo era risultato positivo al test del tampone faringeo il che confermerebbe che era stato contagiato dal nuovo virus influenzale, e, sebbene, quest’ultimo non possa considerarsi responsabile dell’en - cefalite perché il virus non era presente nel liquido midollare, non è ancora possibile escludere che abbia in qualche modo contribuito a indebolire le difese del bambino. «È possibile. Può accadere che il virus fosse localizzato nella faringe, che non si sia diffuso», afferma il perito settore Antonio Carusi. LE DUE INCHIESTE. - Sette medici finiti nel registro degli indagati, su disposizione del sostituto procuratore Silvia Nastasia. Sono: Marcella Tripaldi, 54 anni di San Pancrazio, pediatra e sei medici in servizio presso l’ospedale di Manduria: Gabriella Chiriat ti, 43 anni di San Giorgio Jonico; Gennaro Lacaita, 59 anni di Manduria, Clelia Testa, 50 anni di Maruggio, Salvatore D’Abramo, 57 anni di Manduria, Gabriella Di Tullio, 50 anni di Manduria e Paola Palazzo, 43 anni di Taranto. L’autopsia, disposta dopo una denuncia presentata dalla famiglia del piccolo che vive a San Pancrazio Salentino, è stata effettuata dai periti settore Antonio Carusi e Cesare Di Bari. Il primo dato è stato acquisito, nel liquor non c’è traccia del nuovo virus influenzale, ma saranno le ulteriori indagini e fare luce sulla vicenda. E sono stati acquisiti i documenti negli uffici, a Bari, dell’Osservatorio regionale epidemiologico che monitora in Puglia la situazione della pandemia e le cartelle cliniche negli ospedali di Manduria e Lecce. Proprio queste ultime nei prossimi giorni, non appena i risultati degli esami di laboratorio saranno noti, saranno preziose per ricostruire il percorso terapeutico e capire quando, e se, si sarebbe dovuto intervenire per evitare il peggio. È stato l’avvocato Gianluca Schifone, sostenuto anche dal Movimento per l’In - fanza guidato da Roberto Schifone, a presentare l’esposto in Procura. I genitori del piccolo vogliono capire. A loro avviso non è stato fatto tutto il possibile per salvare il loro figlioletto. Nella denuncia i genitori hanno posto l’accento sul repentino peggioramento delle condizioni di salute, ma hanno indugiato pure su possibili errori nella diagnosi e nella terapia. E chiedono che si faccia luce sulle responsabilità della pediatra che, a loro dire, avrebbe rifiutato la visita domiciliare. Nemmeno il ricovero presso l’ospedale di Manduria aveva portato qualche miglioramento. Da qui il trasferimento a Lecce. Ma all’arrivo le sue condizioni ormai allo stremo furono subito giudicate irreversibili. Resta il sospetto che l’nfluen - za A, sebbene non possa essere stata la responsabile della morte possa però esserne stata una concausa.

Due bimbi tolti alla madre, Santa Maria al Bagno insorge

di BIAGIO VALERIO SANTA MARIA AL BAGNO - Un'intera comunità pronta ad «adottare» due bambini, residenti a Santa Maria al Bagno, che sono stati allontanati dalla madre e accompagnati in una residenza protetta per minori. Succede nella località costiera di Nardò dove è nato addirittura un comitato spontaneo che sta gradualmente riunendo quasi tutti gli abitanti della marina che dimostrano solidarietà per la tragedia di questa famiglia. L'allontanamento dei minori da parte dei carabinieri e degli assistenti sociali che hanno prelevato i bambini direttamente da scuola, si è verificato una settimana fa. Solo oggi, però, il responsabile del comitato spontaneo esce allo scoperto perché - racconta - tutti questi giorni sono serviti per stare accanto ai familiari dei due bambini, di sei e dieci anni. «Il tribunale ha disposto questa soluzione e ha adottato il provvedimento per problemi molto delicati che riguardano i rapporti tra i genitori, che sono separati», precisa Giovannino Dell'Anna, il promotore dell'iniziativa popolare e simbolica di «adozione» dei due minori. In pratica il problema è sorto quando tra la madre e il padre dei ragazzini sono sorti contrasti per quanto riguarda l'orario e la modalità delle visite da parte di uno dei due genitori. La madre, in pratica, avrebbe reso difficoltosi gli incontri dei piccoli con il padre. Da ciò - e da altre circostanze che sono rimaste riservate - il Tribunale dei minori avrebbe disposto che i bimbi «contesi» sarebbero dovuti essere sottratti alla potestà della madre. Le dinamiche, però, in questi casi sono molto più complesse di come si possono spiegare in poche righe. Più singolare il fenomeno popolare che sta mobilitando Santa Maria. «Questi bambini fanno parte di una comunità, non solo di una famiglia», dice Dell'Anna, «facevano parte di un gruppo ampio di persone. Giocavano con i nostri figli, studiavano con loro. Questi bambini fanno parte di noi, della nostra collettività. Proponiamo, come comitato», continua Dell'Anna, «che la questione debba essere affrontata velocemente e con il dovuto approfondimento. Devono tornare a casa al più presto perché questa situazione non sta danneggiando psicologicamente solo i due bambini, che ci dicono sono distrutti, ma tutti i bambini di Santa Maria con i quali erano perfettamente integrati e che ora ci chiedono che fine abbiano fatto i loro due amichetti». Per oggi e domani sono previste clamorose azioni di sensibilizzazione e protesta. la gazzetta del Mezzogiorno 16 Gennaio 2010

martedì 12 gennaio 2010

Baratto file violenze a neonati, arresti.

70 indagati, anche militari. Procuratore Bari: crimine contro l'umanita'

BARI - Utilizzavano il baratto, la più antica forma di commercio, per scambiare sul web filmati di bambini, anche neonati, vittime di rapporti sessuali completi. Lo scambio avveniva nella popolosa community del software Emule, attraverso la quale gli utenti permutavano foto e immagini pedopornografiche, le scaricavano e le memorizzavano negli hard disk dei loro computer o su Dvd. E' stata una fonte confidenziale a segnalare nel 2005 che sulla Rete si trovava un file multimediale (chiamato 'publisher clipart 2004') dal contenuto pedopornografico e a far scattare le indagini della procura di Bari che oggi hanno portato all'arresto di dieci persone (sei in carcere, quattro ai domiciliari) e all'interdizione dall'uso del computer per un'undicesima.
Tra gli arrestati c'é una donna. Dagli atti giudiziari emerge che a barattare le immagini (anche di rapporti sessuali gay) era una settantina di persone tra cui professionisti, militari e dipendenti della pubblica amministrazione. A loro il pm inquirente, Roberto Rossi, contesta il reato di commercio di materiale pedopornografico via internet. Gli indagati risiedono in Puglia, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Lombardia e Piemonte, regioni in cui sono state compiute nel corso delle indagini 59 perquisizioni che hanno portano al sequestro di migliaia di foto e di filmati dal contenuto raccapricciante.
"I file sono di una crudezza estrema", ha spiegato il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati. "Ci sono - ha detto - rapporti completi con bambini, anche neonati, dai quali emerge lo sfruttamento di bimbi che vengono da Paesi dell'Est e dall'Oriente. Considero questo tipo di reati molto gravi perché sono prima di tutto crimini contro l'umanità che contro la legge".
L'indagine della polizia postale di Bari ha accertato che nella comunità informatica Emule non si passa da un server centrale che gestisce e controlla le operazioni, ma ogni utente connesso alla Rete condivide i file in essa contenuti direttamente con gli altri. Cioé lo scambio avviene tra gli utenti (chiamati in gergo informatico 'client'). Per i file pedopornografici gli utenti usavano barattare le foto con altre immagini dello stesso tipo. Più immagini si cedevano, più crediti si accumulavano per poter risalire la lista d'attesa e scaricare successivamente nuove immagini. Per sceglierle era semplice: bastava entrare nella cartella, cliccare sul file col tasto destro del mouse e leggere il contenuto del video.
Su un file è scritto, ad esempio: '(Pthc) Babyj-Long Pedofilia Bimba di 5 Anni.mpg', chi era interessato procedeva al download. In base agli accertamenti della procura di Bari, gli scambi erano assai proficui, come dimostrano le centinaia di foto e filmati (registrati in Russia o in Oriente) sequestrati nel corso delle indagini nei computer degli indagati, tra cui ci sono molti uomini con figli. Uno di questi aveva messo un avviso sul suo notebook, proprio destinato a moglie e bambini: "Non toccare".

di Roberto Buonavoglia
11 gennaio 2010

martedì 5 gennaio 2010

Il Papa, "Educare i bambini fin da piccoli al rispetto degli altri e dell'ambiente"

"E' importante essere educati fin da piccoli al rispetto dell'altro, anche quando è differente da noi, ed essere da subito abituati ad una responsabilità ecologica, basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali". Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia della messa che celebra la solennità di Maria madre di Dio e la Giornata mondiale della Pace. "Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità - ha osservato il pontefice - ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell'umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli".

E' necessario, poi, secondo il Papa, "investire nell'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita 'responsabilità ecologicà". "Solo così - ha aggiunto - l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace".

Alle iniziative di solidarietà promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana e dai singoli vescovi hanno fatto riferimento nelle loro omelie anche il presdiente della Cei, Angelo Bagnasco, e l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. "Bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha detto il cardinale di Genova - per incoraggiare, sostenere, aiutare, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato".

Infatti, ha aggiunto il prelato, "se da diverse parti giungono segnali di ripresa globale, e di questo non possiamo non tenere conto, è però evidente che la crisi non è ancora superata: tocca i singoli e molte famiglie che hanno perso definitivamente o temporaneamente, così speriamo, il lavoro. O non l'hanno mai trovato".