Alla cortese attenzione
di S. Ecc.za Rev.ma Mons. Michele Castoro
del Sig. Sindaco Sig. Cosimo Ferretti
del Comandante della locale stazione dei CC
del Comandante del Corpo dei Vigili Urbani
della Procura della Repubblica
del Presidente Nazionale del Movimento per l’Infanzia
degli organi di Stampa
Si comunica alle S.V. ill.me che il Consiglio Direttivo della nostra associazione, in data 20.03.09, ha eletto all’unanimità dei presenti, quale Presidente dell’Associazione, Roberto Schifone, vicepresidente uscente e responsabile regionale del Movimento per l’Infanzia.
Si riportano di seguito i componenti dell’intero Consiglio Direttivo Oratoriano:
Don Daniele Conte, Direttore Spirituale
Roberto Schifone, Presidente
Francesco Scarciglia, Vicepresidente
Cosmeri Summa, Segretaria – economa
Andrea Caniglia, Presidente Ass.ne CGS SING
Saverio Fella, Responsabile “Ufficio Cultura”
Tiziana Micelli, Responsabile ludico
Marilena Summa, Responsabile “Angeli del Sorriso”
Silvia Barletta, Responsabile “Società dell’Allegria”
Valentina Calò, Responsabile “Savio Club”
Lucia Di Levrano, Responsabile “Amici di Gesù e Maria”
Annarita D’Apolito, Responsabile gruppo “Mamma Margherita” – genitori
Teresa Carrieri, Responsabile gruppo “Mamma Margherita” – genitori
Tina Pescatore, delegata per il “movimento per l’infanzia”
Consiglieri:
Luigi Mazza
Sonia Russo
Antonio Caragli
Giuseppe D’Apolito
Vittoria De Simone
Cristina Summa
Consiglieri Fuori Sede:
Sr. Francesca Caggiano FMA
Don Giuseppe Corò SDB
Don Valerio Bocci SDB
Sua Ecc.za Mons. Livio Maritano
Esperti di cui si avvale il nuovo consiglio direttivo:
Dott. Alessio Epicoco, Commercialista
Avv. Gianluca Schifone, legale
Dott.ssa Rossella Caramia, Psicologa.
“Sono lieto ed onorato dell’incarico che oggi mi affidate – afferma il neo presidente Roberto Schifone – accetto perché consapevole di avere vicino un consiglio direttivo forte ed operativo, perché tanti sono i genitori che ci supportano e camminano con noi, perché la vicinanza della Chiesa, nella persona del Vescovo, è forte e tangibile. Ringrazio di cuore il Dott. Fella e Tiziana Micelli per il grande lavoro effettuato in questo ultimo triennio, triennio di grandi eventi e di forte crescita nello spirito. L’opera che svolgiamo, viste le centinaia di presenze in oratorio ogni giorno, è divenuta necessaria per la nostra Città. Le famiglie hanno un punto di riferimento, i giovani un luogo sano di crescita e divertimento. All’inizio di questa avventura le famiglie che partecipavano alla vita oratoriana erano davvero poche, oggi sono decine e di questo rendo grazie a Dio. Un grazie particolare a Francesco Scarciglia, genitore dell’oratorio, per aver accettato la vicepresidenza ed a Cosmeri Summa per aver accettato la segreteria. Un grazie, infine, a tutti voi consiglieri che con enormi sacrifici portate avanti un grande ideale, a tutti voi che con determinazione combattete l’adultocentrismo imperante nella nostra società e fate, dell’oratorio S.I.N.G., la casa del bambino, del ragazzo, del giovane! Il Presidente Fella ad inizio del suo mandato volle concentrare il suo operato, oltre che sui minori, sulle famiglie ed ha creato un grande gruppo genitori. Il nostro impegno, nei prossimi quattro anni, sarà il ritorno all’ideale oratoriano: Saremo Il Nuovo Giorno. Il nuovo giorno dei bambini, dei ragazzi e dei giovani!”.
UFFICIO STAMPA ORATORIANO
venerdì 27 marzo 2009
ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ORATORIO S.I.N.G.
Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra!
I pm contro il ritorno del prete accusato sotto ipnosi di pedofilia
Dirà messa dopo la prescrizione. Tarfusser: vergognoso
I legali della curia e del religioso: "Non ci sarà alcun risarcimento , perché la prescrizione del reato è subentrata prima della sentenza d'appello."
BOLZANO — Tutto è rimasto come prima, compreso il ritratto nella navata laterale, Ponzio Pilato che si lava le mani con espressione meditabonda. Le voci che arrivano dall'oratorio, i rumeni in fila per il pasto serale. Viola e Roberta che finiscono di recitare la preghiera quotidiana per lui, «per il nostro don» e si buttano nel vento gelido che taglia Bolzano. Lo aspettano, certo che lo aspettano. Ancora qualche giorno e poi don Giorgio tornerà a dir messa ai suoi fedeli. La fede non permette incertezze, e quindi, davvero, nulla cambia. Nella chiesa del Corpus domini di via Gutenberg, zona Don Bosco, la seconda circoscrizione più popolata e popolare della città, non è mai aleggiato il dubbio. Innocente, sempre e comunque.
L'ultimo verdetto, quello che dovrebbe sigillare questa storia, è invece uno specchio nel quale ognuno può vedere l'immagine che più gli piace. La sentenza della Corte di Cassazione su don Giorgio Carli non chiude, ma piuttosto riapre. Il prete accusato di pedofilia per aver abusato di una adolescente dal 1989 al 1994 — assolto in primo grado «perché il fatto non sussiste», sette anni e mezzo di carcere in appello — è stato prosciolto per la sopraggiunta prescrizione del reato, ma al tempo stesso condannato al risarcimento delle parti lese, ovvero la sua presunta vittima, per 760mila euro. Tecnicamente innocente, ma anche colpevole, o viceversa.
La voce della Diocesi è risuonata forte. «A carico di don Giorgio non esiste più alcuna sentenza di condanna. Per parte nostra abbiamo sempre creduto nella sua innocenza. Per questo egli è sempre rimasto confermato nel suo incarico di parroco ed ora riprenderà in pieno il suo ministero sacerdotale». L'opinione della Procura e degli avvocati delle parti lese è decisamente diversa. L'esistenza del reato è stata riconosciuta, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di dichiararlo prescritto, e inoltre non si è mai visto un imputato innocente costretto a pagare un risarcimento alla sua presunta vittima.
Lo scontro raggiunge punte di acredine raramente viste nei rapporti tra chiesa e magistratura. «L'atteggiamento della curia bolzanina è semplicemente vergognoso ». Questo è solo l'esordio. Da un paio di settimane Cuno Tarfusser è diventato un giudice della Corte penale internazionale dell'Aja. Fino all'11 marzo era il capo della Procura di Bolzano. «La curia continua pervicacemente a propugnare la tesi dell'innocenza riconosciuta. Falso. Don Carli tornerà a dir messa? Una indecenza sotto il profilo etico».
La storia sembra fatta apposta per dividere. La mattina del 14 luglio 2003, Giorgio Carli è un giovane prete conosciuto e stimato a Bolzano. Cura una rubrica quotidiana sull'emittente
Radio Sacra Famiglia, è un formidabile organizzatore di spettacoli e attività giovanili. Al pomeriggio, i carabinieri lo vengono a prendere in sacrestia. Da poco era stato destinato ad una nuova parrocchia, dove avrebbe dovuto occuparsi e convivere con bambini tra i 9 e 12 anni. Ad accusarlo è una sua giovane parrocchiana, ma le modalità sono particolari, uniche nella giurisprudenza italiana.
I fatti denunciati dalla ragazza risalgono a 14 anni prima. Sono riemersi dalla sua memoria dopo un lungo trattamento di psicanalisi, 350 sedute di un metodo chiamato «distensione meditativa » e che ha molti punti in comune con l'ipnosi. Dapprima è l'interpretazione di un sogno, nel quale la ragazza viene violentata da un gruppo di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio, nome che simboleggia una crasi della realtà presunta, che indirizza le indagini. Le violenze reali e denunciate sarebbero infatti avvenute in un oratorio chiamato San Pio X, e perpetrate da don Giorgio. In seguito emergono anche dettagli, circostanze, testimoni, reali e non onirici.
La sentenza di primo grado si concentra sulla validità della testimonianza della vittima, e la giudica «inattendibile». Nell'aprile del 2008 l'appello ribalta tutto, considerando la teste «lucida, lineare, coerente», stronca la teoria dei «falsi ricordi» contenuta nelle motivazioni dell'assoluzione, pone l'accento sulle altre «prove certe risultanti dagli atti». Don Carli non viene sospeso, come accaduto in altre diocesi. È lui a scegliere il ritiro spirituale in una valle del Trentino. La Curia gli aveva chiesto di rimanere al suo posto, tra i fedeli. Il vescovo di Bolzano Wilhelm Egger, scomparso lo scorso agosto, lo ha sempre difeso affermando di aver svolto una «accurata indagine interna».
Tarfusser ci dà dentro, la vicenda ha lasciato strascichi evidenti. «Mai vista, mai prodotta al processo, l'indagine interna. La Curia deve rispettare la legge dello Stato, invece gioca a confondere le idee dei cittadini». La posta in gioco non è solo di carattere morale. I legali di parte civile hanno presentato la richiesta di risarcimento alla curia. «La sentenza di condanna è definitiva — spiega l'avvocato Arnaldo Loner - . Ma don Carli non è in grado di pagare. Essendo legato alla curia in maniera organica, sarà questo ente a versare la cifra stabilita dalla Cassazione ». Non ci sarà alcun risarcimento, ribattono i legali della curia e del religioso, perché la prescrizione del reato è subentrata prima della sentenza d'appello.
«Diciamoci la verità. La sentenza della Cassazione è stata davvero pilatesca». Flavio Moccia è uno dei difensori del religioso. «Su una vicenda che necessitava più di ogni altra di una parola chiara, è stato operato un compromesso. A mio giudizio, è stato fatto per salvare la procura». Don Carli, vestito in abiti civili, è appena uscito dallo studio affacciato su piazza della Vittoria. Ai suoi avvocati, in questi giorni, ha detto che non tutte le vie della nostra vita sanno di incenso.
Marco Imarisio
Corriere della Sera 26 marzo 2009
lunedì 23 marzo 2009
UN AIUTO PER LA RIFLESSIONE!
martedì 17 marzo 2009
POVERA ITALIA! POVERI BAMBINI!
Un abbraccio a tutti bambini rumeni.
Roberto Schifone
Resp. Regione Puglia
lunedì 9 marzo 2009
DALLA PARTE DEI BAMBINI???
Di seguito un articolo del Presidente nazionale Andrea Coffari una sentenza recente della Corte di Cassazione. Chissà quando l'adultocentrismo lascerà spazio ai bambini, chissà quando tutti passeranno la trincea schierandosi dalla parte dei bambini. Noi studiamo, lottiamo, lavoriamo per questo. Questo articolo ci faccia pensare!!!
Roberto Schifone
resp. reg. Puglia
Una recentissima Sentenza della Corte di Cassazione (n. 8809) ha accolto il ricorso di un padre separato di Catania, condannato in ben due precedenti gradi di giudizio a tre anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti della figlia di sette anni, sull’assunto che “i bambini sono altamente malleabili e se interrogati con domande inducenti tendono a conformarsi alle aspettative del loro interlocutore”, questi principi erano stati già espressi con una sentenza relativa al noto caso di Rignano Flaminio.
La Corte di Cassazione non ha un orientamento univoco e stabile sulla valutazione della testimonianza dei bambini perché i reati a sfondo sessuale, consumatisi a danno dei bambini, rappresentano un fenomeno tutto sommato ancora nuovo per la nostra cultura giuridica.
Da una parte vi sono sentenze illuminate che chiaramente esprimono la capacità di comprendere a fondo e autenticamente i criteri di giudizio che è necessario applicare quando si tratta di valutare la testimonianza di un bambino, accanto a queste sentenze ve ne sono altre però che non possono che definirsi adultocentriche, finalizzate cioè a garantire l’adulto, aprioristicamente, dall’eventualità che questo possa essere accusato da un bambino vittima della sua violenza e perversione.
La sentenza n. 8809, così come quella di Rignano Flaminio, possono essere a tutti gli effetti annoverate fra le sentenze adultocentriche, ideologicamente cioè schierate dalla parte degli adulti, tali sentenze però soffrono di una debolezza strutturale, fondano cioè la loro interpretazione negazionista della testimonianza dei bambini su un sentimento di incredulità che rinuncia ad applicare con serenità criteri logici e scientifici.
Indipendentemente dal caso concreto che riguarda i fatti di Catania, che non intendo valutare non avendone gli strumenti per farlo, posso dire però che affermare genericamente che “i bambini sono malleabili se interrogati con domande inducenti in quanto questi tendono a conformarsi alle aspettative del loro interlocutore”, dimostra chiaramente come i giudici non conoscano il concetto di induzione che, secondo tutte le ricerche scientifiche svolte sulla memoria dei bambini, rappresenta una precisa tecnica manipolatoria che, avvalendosi di strategie intrusive e confusive della memoria dei bambini, ha dimostrato che solo il 25% di questi possono, se sottoposti pesantemente ad un processo induttivo, narrare episodi autobiografici in effetti mai verificatisi; le stesse ricerche ci dicono anche che nessun bambino, pur se pesantemente indotto, riferisce di episodi autobiografici che riguardano episodi altamente traumatizzanti relativi alla loro sfera intima se questi non si sono in effetti verificati.
Nessuna tecnica induttiva cioè può costringere a far raccontare ad un bambino un episodio traumatizzante come una violenza sessuale subita se questa non si è mai verificata e questo dato scientifico non è stato mai messo in discussione, vi è da aggiungere ancora che il concetto di domanda inducente è utilizzato in maniera impropria dalla Cassazione che confonde, pericolosamente, la domanda suggestiva con la tecnica manipolatoria cosiddetta induttiva, non dimostrando di conoscerne la profonda differenza.
E’ necessario che anche la comunità giuridica capisca l’arretratezza culturale che ha accumulato nei confronti della tutela dei bambini, l’interesse di tutti è quello di acquisire le migliori competenze per giudicare con serenità e sicurezza e non rischiare di condannare per la seconda volta bambini vittime della violenza, la prima volta, e di un adultocentrismo autoreferenziale la seconda volta.
Girolamo Andrea Coffari
Presidente del Movimento per l’Infanzia
DI RITORNO DA ROMA
Roberto Schifone
resp. Puglia