sabato 5 dicembre 2009

Pistoia, maltrattamenti all'asilo "Cip Ciop"

Le immagini sono così dure da far piangere e gridare i genitori che escono dalla stanza del sostituto procuratore Ornella Galeotti. Uno shock. Tremano, hanno loro addosso la paura. «La mia bambina cercava di ribellarsi, non voleva mangiare alle dieci e mezzo del mattino, la maestra le tirava i capelli per dieci minuti, capite? Dieci minuti e le cacciava il cibo in bocca ingozzandola. Le spingeva la testa all´indietro sul seggiolone, le pigiava la mano sulle labbra quella schifosa e ora so perché la mia bambina che ha 14 mesi piange se vede qualcuno se si avvicina con un cucchiaino e so perché non vuole più mangiare, le fa terrore il cucchiaio ed è così piccola che non me lo poteva nemmeno dire... «. Le lacrime non sono una liberazione, ma una necessità improvvisa come la rabbia: «Perché il Comune non hanno controllato? Adesso mi devono dare una psicologa per mia figlia... «. I quattro genitori che ieri pomeriggio erano in procura a Pistoia hanno appena guardato le immagini registrate dalle telecamere messe dagli investigatori nell´asilo «Cip Ciop» di Pistoia dove sono state arrestate la direttrice, Anna Laura Scuderi di 41 anni (di Quarrata) e un´altra insegnante Elena Pesce di 28 anni. Per entrambe l´accusa è di maltrattamenti.
Quella non è una donna, è una bestia - grida la mamma appena uscita col marito dalla procura. Ha in tasca il dischetto che rivela quello che succedeva dentro il «Cip Ciop» appena si chiudevano le porte e i bambini restavano soli con le educatrici. «Alle mamme che pensano che la polizia abbia sbagliato ad arrestare la Scuderi e la Pesce - grida un genitore - dico di guardare quelle immagini: era un lager non un asilo». Era una prigione, non «Il giardino dell´infanzia» come porta la rassicurante scritta all´ingresso. In questa inchiesta sono le immagini più potenti delle testimonianze. Bastano dieci giorni di registrazioni a raccontare gli orrori quotidiani in quell´asilo: schiaffi, castighi, un bambino che viene preso e spinto a terra vicino alle scale, un altro picchiato perché ha vomitato, si vede la maestra gli dà un ceffone nell´atrio e lui che cade per terra su quella chiazza, lei che lo rialza con forza scuotendolo per un braccio. Si vede un bambino faccia al muro in castigo, solo su un seggiolone mentre gli altri giocano. In un altro spezzone c´è un piccolo che prende una decina di schiaffi perché rifiuta il cibo. E poi le testimonianze dei genitori che adesso si fanno coraggio e chiamano la questura (una decina anche ieri) per quei sospetti mai confessati, per quei risvegli notturni dei bambini sudati, in lacrime: «Mia figlia quanto tornava dall´asilo chiudeva la bambola nell´armadio» riferisce una signora che va alla polizia e racconta che la piccola non diceva niente, ma al fratello più grande ha confessato: «la maestra fa così». Due stanze, un ingresso, una cucina, un piccolo giardino con qualche tiglio intorno e un cancello giallo allegro, di quelli che invogliano a entrare: «Cip Ciop» è chiuso e le famiglie adesso dovranno sistemare altrove i figli.
(Repubblica)

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